Diventare un triatleta e poi un IronMan è il sogno di ogni atleta di endurance che sa nuotare, pedalare e correre. È stato il mio sogno quando diversi anni fa ho iniziato a fare triathlon, in realtà ho iniziato a nuotare, pedalare e correre solo con l’obiettivo di diventare un giorno un IronMan. Ho partecipato al primo evento targato IronMan in Italia a Pescara, tutti i sacrifici sono diventati entusiasmo quando sulla finish line ti dicono Vito you are an IronMan.
Continuerò sempre a rivivere quel momento, finchè il fisico me lo permetterà. Ora metto a disposizione dei miei atleti l’esperienza personale, anche loro vogliono sentirsi dire You are an IronMan. Ogni anno preparo diversi atleti per questo importante e folle obiettivo, fino ad ora ho dei primati molto importanti, nessuno dei miei ha sofferto o avuto infortuni durante il percorso né tanto meno durante la gara. Tutti lo hanno finito con il sorriso e senza strascichi post gara, anzi devo sempre combattere per farli fermare un po’ per rifiatare. Niente, stanno talmente bene che vorrebbero allenarsi già dal giorno dopo, dopo tre giorni mi chiedono di caricargli qualche allenamento perché non sanno fare più senza, io sono debole e ci casco sempre.
Vorrei raccontare quello che è stato il percorso che ho fatto con Valerio Di Nunno quest’anno. Così facendo riuscirei a trasferire una parte delle mie pratiche ed abitudini di coaching. Esercizio che faccio volentieri, anche se non nel modo che vorrei per ovvi motivi di tempo, o scrivo o lavoro. Inoltre, non sono molto social e mi procura qualche difficoltà quando devo raccontarmi. Voglio lasciare testimonianza di quello che faccio e aiutare altri con qualche spunto. Testimonianza perché ogni anno rinnovo i miei metodi traendo insegnamenti dalle varie esperienze e dai continui studi che faccio. A distanza di tempo mi piace vedere quante fesserie facevo in precedenza o conferme della qualità del lavoro.
Il percorso che abbiamo fatto con Valerio è molto interessante, pieno di dati ed è difficile che possa scrivere tutto in un solo post. Ne pubblicherò diversi prima in modo generico e poi entrando nelle singole attività per capirne il significato. Valerio è un atleta molto performante e quindi il risultato finale è stato in linea con le sue capacità, però il metodo ed i dati analizzati potrebbero essere gli stessi a prescindere dalle capacità atletiche dell’atleta.
Inizio a dire che Valerio ha partecipato all’ IronMan 70.3 di Cervia e lo ha concluso col tempo eccezionale di 4:25:38 che per essere un amatore è di tutto rispetto, è arrivato nella top 10 della sua categoria. Era la sua prima esperienza sulla distanza, per cui siamo stati un po’ più prudenti del dovuto. Valerio ha sempre fatto gare brevi e prediletto la velocità alla resistenza, questa è stata la prima scommessa che dovevamo vincere, farlo diventare più resistente senza perdere la sua velocità. Partendo dalla fine direi che ci siamo riusciti, però è interessante capire come ci siamo riusciti.
Valerio l’ho conosciuto a fine marzo, mi ha contattato con le idee chiare su quelli che erano i suoi obiettivi, prima di allora si è sempre allenato con un altri allenatori. I primi tempi abbiamo dialogato molto perché dovevamo trovare un punto di equilibrio tra le sue abitudini ed i miei metodi. Non è stato difficile, Valerio come tutti quelli forti, che hanno le idee chiare, ha cancellato quello che era il suo passato e si è affidato totalmente ai miei metodi ed abitudini, facendo uno sforzo non da poco. Per mia e nostra fortuna l’obiettivo lo abbiamo centrato e siamo stati ripagati.
Le pratiche sono tantissime e andrò per gradi, ripercorrendo quello che abbiamo fatto insieme. Prima di tutto ci siamo incontrati, più volte, e siamo partite dal definire gli obiettivi stagionali. Credo che chiunque debba farlo, senza una pianificazione precisa e quanto più vicina alla realtà non si va da nessuna parete. Di seguito vi faccio vedere una parte del foglio excell che abbiamo preparato, dove abbiamo inserito tutto quello che sarebbe stato fatto nei giorni e mesi successivi fino al raggiungimento dell’obiettivo. Valerio mi ha comunicato i giorni di riposo e ferie, festività programmate con la famiglia, gare secondarie di avvicinamento, giorni ed orari in cui si poteva allenare. Io ho creato il programma definendo i mesocicli, i volumi totali da svolgere e dividendoli nei singoli sport, convalidato o meno le gare proposte di avvicinamento in base alla affinità con l’obiettivo da raggiungere, i giorni in cui fare i vari test da campo, lattato, Inscyd, e tanti altri, per controllare che il percorso era quello giusto per centrare l’obiettivo.
Conosco tantissimi che si preparano senza avere una guida così programmata, ma io non riuscirei, anzi rimprovero i miei atleti quando iniziano a fare cose senza senso. La maggior parte delle volte intervengo per non fargli fare troppo, ricordiamoci che sto descrivendo le pratiche di amatori che hanno famiglia, lavoro ed altri impegni. Diverso sarebbe con categorie giovanili ed Elite. Ma quando sento o vedo che ogni domenica si gareggia spaziando da gare brevi a gare lunghe nei vari sport non riesco a capire e seguire. Ogni gara ha il suo sistema energetico da allenare se ogni settimana si fanno gare diverse l’unico obiettivo possibile è finirle, non è possibile darsi degli obiettivi di miglioramento. Se il proprio obiettivo è solo quantitativo va anche bene, sempre stando attenti alla salute fisica, ma se si preferisce la qualità dei risultati e della propria performance psicofisica non si può prescindere da una attenta pianificazione del lavoro da svolgere.
Come primo step vi lascio con questo messaggio, pianificate bene le gare e gli obiettivi stagionali e attenetevi quanto più possibile. Balzare da un obiettivo all’altro non porta nessun risultato di miglioramento fisico e di performance. Puntate un obiettivo importante per la stagione futura, consiglio non più di 2 seri. Poi pianificate tutto quello che ci vuole per raggiungerlo tenendo conto di tutte le variabili, almeno le più comuni, Lavoro, famiglia, giorni ed ora di allenamento, gare secondarie che possono aiutare come test per l’obiettivo principale. Primo consiglio:
- Obiettivo e pianificazione